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1930

Uruguay


Il 1930 è un anno fondamentale nella storia del calcio mondiale, infatti in Uruguay si disputa la prima Coppa Rimet, quella che poi diventerà l'odierna Coppa del Mondo.
La coppa prese il nome da Jules Rimet che, seppur tra mille difficoltà, riusci a riunire 13 squadre per disputare una competizione che fosse realmente rappresentativa del calcio mondiale.
La scarsa rappresentanza europea fu dovuta al fatto che le nazioni più forti dell'epoca (Austria, Ungheria e Cecoslovacchia) non furono scelte come sedi della manifestazione: per rappresaglia contro questa decisione ritenuta ingiusta, le nazionali di questi paesi boicottarono la coppa.
Comunque bisogna ammettere che in quell'anno, probabilmente, nessuna squadra europea avrebbe potuto avere la meglio nel contesto del torneo: le condizioni meteo e la lunga trasferta resero proibitive le partite per gli europei.
Bisogna infatti notare che la partita inaugurale della Coppa Rimet fu giocata il 13 luglio a Montevideo con la temperatura ben al di sotto dello zero e il campo innevato.
La prima partita vide in campo Francia e Messico (4-1) e Lucian Laurent entrerà nella storia come il primo calciatore a segnare un gol ai mondiali.
In occasione del 18 luglio (inaugurazione dello stadio del centanario e festa di indipendenza del Paese) il torneo decolla definitivamente: i padroni di casa liquidano il Perù (1-0) e ipotecano il passaggio del turno tra la gioia generale che sommerge l'Uruguay.
A proposito del passaggio del turno: essendo solo 13 squadre non vi furono eliminatorie, bensì 4 gironi all'italiana, le vincenti si sarebbero ritrovate in semifinale.
Girone 1
Francia
Messico
Argentina
Cile

Girone 2
Jugoslavia
Bolivia
Brasile

Girone 3
Romania
Perù
Uruguay

Girone 4
USA
Belgio
Paraguay

In semifinale si scontrarono Argentina-USA e Uruguay-Jugoslavia e furono due vittorie nette e identiche nel punteggio: sia l'Argentina che l'Uruguay vinsero per 6-1.
La prima finale della (futura) Coppa del Mondo fu, dunque, tutta sudamericana.
Una nota di colore è data dal fatto che i giocatori scendevano in campo in calzoncini corti e maglietta a maniche lunghe, mentre gli arbitri indossavano giacca e cravatta.
Abbiamo aperto questa parentesi perchè nella finale, che si aggiudicò l'Uruguay per 4-2, la figura dell'arbitro è quantomeno singolare: il signor John Langenus (arbitro della partita) era infatti capo di gabinetto del governatore della provincia di Anversa, parlava correntemente il francese, il fiammingo e l'inglese (ma si faceva intendere anche in italiano e spagnolo!) e scese in campo in giacca di velluto, pantaloni alla zuava, camicia bianca e cravatta.
Ma la cosa più curiosa sicuramente è che per, arbitrare la finale, pose due condizioni: che gli organizzatori stipulassero un'assicurazione sulla vita a suo nome e che la nave che lo avrebbe riportato in patria ritardasse la partenza per attendere la fine della partita e consentirgli così di imbarcarsi.
La reazione dell'uomo è comprensibile: mai si era trovato ad arbitrare in uno stadio caldo come quello di Montevideo e l'inizio della partita sembra aumentare i suoi timori.
Le due squadre litigano sul pallone da usare: Langenus decide salomonicamente di far giocare un tempo col pallone scelto dall'Argentina e l'altro con quello scelto dall'Uruguay.
La partita fila via liscia, non ci sono fatti particolari e Langenus ha vita facile: l'Uruguay si aggiudica la coppa e, seppure l'atmosfera sia gioiosa e tuttaltro che ostile, l'arbitro a fine gara sgattaiola via dallo stadio per precipitarsi al porto ed imbarcarsi.
La leggenda, comunque, era già iniziata, le basi per i moderni Mondiali di calcio erano state gettate e forse neanche Rimet, che tanto aveva lottato per organizzare l'evento, si rese conto di aver dato il via a una delle più grandi manifestazioni sportive di tutti i tempi.
L'Uruguay si laureò campione del mondo, entrando di diritto nell'albo d'oro della manifestazione, dimostrandosi superiore a tutte le compagini partecipanti.
Anche la finale, all'epoca pronosticata incerta e combattuta, fu una passarella per la squadra di casa che, dopo aver rimontato gli argentini, dilagherà nel secondo tempo.
Questi i marcatori della finalissima: Dorado (U) 12', Peucelle (A) 21', Stabile (A) 37', Cea (U) 60', Iriarte (U) 71', Castro (U) 81'.

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