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1950

Brasile


L'edizione del 1950 è del tutto anomala: si viene da anni di guerra, l'Europa e il mondo intero stanno ricostruendo sopra le macerie che ha lasciato il grande conflitto mondiale.
Per questo motivo (così come accaduto nel 1948 alle Olimpiadi) Germania e Giappone non sono invitate a partecipare.
L'Urss e le nazioni del blocco sovietico disertano in massa la manifestazione, così come l'Argentina (in un momento di relazioni molto fredde con il paese confinante).
E' presente l'Inghilterra ma non la Scozia, tirando le somme sono solo 13 le squadre iscritte, perciò i gironi risulteranno diversi per numero di componenti.
L'Italia approda ai mondiali del 1950 col titolo di campione conquistato nel 1938: è la delegazione azzurra che porta in Brasile la Coppa Rimet (che rimane in custodia della squadra campione fino ai mondiali successivi), dissipando i dubbi di chi credeva che fosse andata persa nel corso della guerra.
Comunque, gli azzurri sono ammessi d'ufficio insieme al Brasile padrone di casa: il torneo è articolato a gironi all'italiana, le prime dei quattro gironi di primo turno si affronteranno nel girone finale.
L'Italia è inserita nel girone C, composto da tre sole squadre (oltre agli azzurri ci sono Svezia e Paraguay), mentre l'Uruguay è fortunato: capita nel girone composto da sole due squadre e battendo la Bolivia per ben 8-0 approda facilmente al girone finale.
L'Italia è subito eliminata a discapito della Svezia, mentre nei due gironi da quattro la spuntano Brasile e Spagna.
Proprio i padroni di casa sono i grandi favoriti: hanno mostrato un calcio spumeggiante, fantasioso e votato all'attacco.
Anche gli svedesi, pur badando più al sodo, hanno impressionato positivamente i cronisti, mentre resta enigmatica la vera levatura dell'Uruguay, che ha giocato una sola partita.

Girone finale
Brasile-Svezia 7-1
Uruguay-Spagna 6-1
Brasile-Spagna 6-1
Uruguay-Svezia 3-2
Svezia-Spagna 3-1
Uruguay-Brasile 2-1

L'ultima partita del girone è tra Brasile e Uruguay: alla seleccion verdeoro basta un pareggio per conquistare il titolo (per la migliore differenza reti) e sembrano padroni del campo quando, sull'onda dell'entusiasmo del pubblico, passa in vantaggio al '47.
Nello stadio si sfiora il parossismo: petardi, tamburi, urla dei telecronisti..... insomma una bolgia!
Sembra l'inizio di una goleada, un'impresa storica: la conquista del titolo mondiale per il Brasile accompagnata da una goleada ai maestri uruguagi.
Invece l'Uruguay dimostra di avere nervi saldi e fede incrollabile nei propri mezzi: al '66 è il fenomenale Schiaffino ad acciuffare il pareggio.
Ma anche questo risultato garantirebbe la conquista del titolo al Brasile.
Qualsiasi altra squadra avrebbe difeso il pareggio con i denti per i restanti 14 minuti, ma non il Brasile: Ademir e compagni riprendono ad attaccare a testa bassa, premendo l'uruguay nella propria metà campo.
Ma la pressione affensiva porta il Brasile a lasciare ampi corridoi per il contropiede urguagio e, crudele come solo il calcio sa essere, arriva il goal dei biancocelesti a gelare il Maracana.
E' Ghiggia a portare il colpo mortale alle speranze brasiliane, infilando in rete il goal della vittoria per l'Uruguay al '79.
Lo stadio cade nella disperazione, i giocatori sono frastornati e incapaci di reagire: l'Uruguay vince per la seconda volta la Coppa del Mondo.

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