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1962
Cile
In Cile si assiste ad uno spettacolo modesto, se paragonato ai mondiali precedenti in Svezia.
Questo non solo per il numero di goals (inferiore a quelli realizzati nel torneo precedente), ma anche per lo spettacolo offerto dalle squadre sul campo.
Inoltre, durante tutta la manifestazione, non c'è una squadra che colpisca l'osservatore in modo particolare, regna l'equilibrio e la paura di perdere che blocca la fantasia e l'aggressività.
Si impone ancora il Brasile, che pur orfano di Pelè (O' Rey è infatti infortunato) prevale sugli avversari grazie ad un gioco lineare, intelligente e concreto.
Le rivali più accreditate alla vigilia erano l'Urss e la Cecoslovacchia, mentre i cileni e gli uruguagu si distingueranno per il calcio violento che praticano.
Solo la Spagna di Herrera lascia intravedere sprazzi di bel gioco, eppure i fuoriclasse non mancano: Sivori, Suarez, Ivanov, Moore e molti altri avevano nutrito le speranze degli appasionati di poter assistere ad uno spettacolo eccelso.
Dicevamo della cattiveria di alcune squadre: in questi mondiali fioccano ammonizioni, espulsioni e infortunati (tra cui il già citato Pelè), è ovvio che il bel gioco ne risenta!
Per quanto riguarda la nazonale italiana, la spedizione è ancora una volta fallimentare: il clima ci è apertamente ostile per via di un servizio giornalistico che rivela la situazione del Cile, raccontando in maniera veritiera la condizione del popolo sotto dittatura.
Allo stadio, perciò, ci subissano di fischi, la campagna stampa del regime si accanisce su tutto ciò che è italiano, avvelenando l'ambiente.
I frutti li raccogliamo nella sfida contro i padroni di casa: una partita che passerà alla storia per l'arbitraggio condizionato in maniera vergognosa, con i cileni che picchiano e gli azzurri che vengono espulsi.
Perdiamo 2 a 0 e usciamo dal torneo in maniera discutibile.
Ai quart di finale arrivano le migliori, con l'eccezione di Spagna e Italia (gli iberici erano in un girone di ferro con Brasile e Cecoslovacchia).
Questi gli abbinamenti:
Quarti di Finale
Cile-Urss 2-1
Jugoslavia-Germania 1-0
Brasile-Inghilterra 3-1
Cecoslovacchia-Ungheria 1-0
Dopo i quarti di finale crescono dunque le quotazioni del Brasile, ma fanno paura le squadre dei picchiatori (in particolare il Cile tutelato anche dagli arbitri).
Ma nulla possono i cileni contro i campioni brasiliani (seppur privi di Pelè sono comunque una squadra da sogno) che si impongono per 4 a 2 e vanno a raggiungere in finale la Cecoslovacchia, che si è sbarazzata agevolmente della Jugoslavia (3-1).
Così, mentre il Cile si aggiudicava la terza piazza, a Santiago andava in scena la finalissima.
La partita offre una sola emozione, quando Masopust realizza il goal del vantaggio per i cechi dopo appena un quarto d'ora: il pubblico (per la maggior parte brasiliano) ammutolisce.
Ma bastano appena 2 minuti perchè Amarildo (il sostituto di Pelè) riporti l'incontro in parità.
La Cecoslovacchia continua a tenere bene il campo, ma il Brasile è tecnicamente superiore e non si fa intimidire.
Il portiere cecoslovacco diviene protagonista, suo malgrado, della finale mettendo lo zampino sul secondo goal brasiliano e regalando la terza rete.
Il 17 giugno 1972 il Brasile è di nuovo sul tetto del Mondo.
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