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1970

Messico


Svolta nei regolamenti: per la prima volta sono ammesse due sostituzioni. Questo permetterà al Ct azzurro, Valcareggi, di varare la cosiddetta "staffetta" tra Rivera e Mazzola, che tanto divise ed accese i tifosi italiani.
La notevole altitudini delle città che ospitano il mondiale crea serie difficoltà a molti giocatori, che stentano a rendere al massimo in quel clima particolare e con l'aria rarefatta.
Il Brasile, anche questa volta, parte col favore dei pronostici: d'altra parte chi può schierare Pelè (ancora in ottima forma), Gerson, Tostao, Clodealdo e Carlos Alberto?
Forse i soli che impressionano i cronisti sono i tedeschi: Overath, Muller e Beckenbauer sono le stelle di una nazionale che sembra intenzionata a prendersi una rivincita rispetto a 4 anni prima, in Inghilterra, quando fu beffata da un gol fantasma in finale.
Uruguay e Perù sono le squadre rivelazione (rispettivamente semifinali e quarti), mentre l'Inghilterra è la delusione fermandosi ai quarti.
Ma la partita che più ci interessa (e che è passata veramente alla storia) è la semifinale tra Italia e Germania allo stadio Azteca di Città del Messico.
E' il 17 giugno e le due squadre del vecchio continente si affrontano per approdare in finale: l'Italia non ha entusiasmato nel girone di qualificazione (due 0-0 con Israele e Uruguay ed una vittoria, di misura, sulla Svezia) e si è sbarazzata brillantemente, invece, dei padroni di casa del Messico in semifinale (4-1).
La Germania arriva alla semifinale, invece, con 4 vittorie su altrettante gare disputate: 2-1 al Marocco, 5-2 alla Bulgaria, 3-1 al Perù e 3-2 all'Inghilterra in semifinale.
La partita si prospetta entusiasmante, tutta l'Italia è ormai coinvolta nel dibattito sulla staffetta: si creano diverse fazioni di tifosi, chi vorrebbe Rivera subito in campo, chi vuole Mazzola e chi è favorevole all'avvicendamento nel corso della partita.
E' Mazzola il titolare anche contro i tedeschi e la squadra non sembra risentire del presunto dualismo con Rivera: dopo 8' scatenati, gli azzurri vanno in vantaggio con Boninsegna. Mancano pochi secondi alla fine quando Schnellinger acciuffa il pareggio e riapre la partita: si va ai supplementari.
La partita diventa entusiasmante, eccezionale ed unica: un malinteso della nostra difesa al 6' del primo tempo supplementare regala a Muller un'opportunità troppo ghiotta, è il 2-1 e i giocatori italiani sono pietrificati.
Ma un azzurro ci crede ancora: è Rivera (subentrato nel frattempo a Mazzola), che 3 minuti dopo calcia una punizione verso Riva. Il terzino Vogts sbaglia l'entrata e lascia aperta la via del gol a Burgnich: 2-2.
E' ancora Rivera che, a pochi minuti dal termine della prima frazione dei supplementari, innesca Domenghini: cross per Riva, tiro e gol. Siamo 3-2, ma non c'è neanche il tempo di gioire: si cambia campo (senza sosta) e al 5' del secondo tempo supplementare Muller riporta ancora una volta la gara in parità.
Le emozioni coinvolgono i tifosi di tutto il mondo (i messicani saranno, alla fine, entusiasti dello spettacolo del campo) e non sono ancora finite: Beckenbauer gioca con un braccio fasciato lungo il corpo, la Germania attacca e crede nel risultato, ma in contropiede l'Italia completa la "partita-capolavoro".
Boninsegna parte e salta Schultz, palla a Rivera smarcato dal passaggio, finta dell'abatino sul portiere Maier e palla depositata in rete di piatto: Italia-Germania 4-3...... nasce il mito!
I messicani deposero una targa allo stadio atzeca, per ricordare e tramandare la leggenda di quella straordinaria serata di sport, in cui le due squadre in campo diedero vita ad uno spettacolo epico e coinvolgente.
Nel frattempo il Brasile sconfigge l'Uruguay (come da pronostico) e contenderà all'Italia la Coppa Rimet.
Il 20 giugno 1970 (dopo 32 anni) l'Italia si ripresenta in finale ai Mondiali, ma i giocatori sono stremati fisicamente, ma soprattutto psicologicamente dopo la partita infinita contro i tedeschi.
Certamente il Brasile è fortissimo, ma la differenza tecnica non giustifica da sola il 4-1 finale: al primo gol brasiliano (Pelè) risponde il nostro Boninsegna, ma è un fuoco di paglia.
Dopo il temporaneo 1-1 la gara diventa a senso unico, col Brasile a menare le danze e l'Italia incapace di reagire, svuotata e molle.
Le altre reti del Brasile sono di Gerson, Jairzinho e Carlos Alberto.
Il Brasile è campione per la terza volta e, secondo regolamento, si aggiudica definitivamente la coppa Rimet.

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